A B C D E F G H I L M N O P Q R S T U V Z


martedì 8 gennaio 2013

Autoclave

L'autoclave è un carrarmato dell'età della pietra.
Inventato solo in tardo paleolitico si configura come una sorta di carro si cui salgono, a seconda delle necessità, svariati cavernicoli armati di clava. Rigorosamente in pietra è spinto da forza motrice umana.
In epoca preistorica si fece intenso uso di siffatti carriarmati, e i cavernicoli, protetti dalla loro posizione sopraelevata, potevano menar di clava a piacimento, seminando lo scompiglio sia fuori che dentro l'autoclave.
Soppiantato già nell'età del ferro in cui si iniziò a soppesare l'idea di un più agile carroarmato in metallo e cingolati, il termine autoclave cadde in disuso.
Ma la parola piaceva parecchio, e così in età moderna, mutata in autoclave venne appioppata ai sistemi per mandare in pressione l'acqua potabile negli edifici. Per la serie, stravolgimenti della storia.

lunedì 7 gennaio 2013

Spezzacamino

Lo spezzacamino è quel particolare tipo di spazzacamino che si chiama quando non si ha voglia di spendere tanto in pulizia delle canne fumarie.
Possono essere parenti, pensionati, vicini....insomma qualsiasi persona ci venga in mente che abbia scarse capacità edilizie ed equilibristiche.
Per essere spezzacamini bisogna essere coraggiosi quando si ha i piedi ben piantati in terra, e domandarsi che cazzata si stia mai facendo quando ci si trova a 12 metri d'altezza su un tetto bello spiovente.
Bisogna poi avere poca dimestichezza con gli arnesi del mestiere, perchè nella vita di tutti i giorni lo spezzacamino fa lavori come il ragioniere.
Lo spezzacamino è operaio con bassissima professionalità, possibilmente nulla. Per questo fa più danni alle canne fumarie di quanti benefici riesca a produrre. Capita che dopo aver armeggiato per ore sul maledetto camino ci si trovi per le mani mattoni di cui si ignora la provenienza....

...provenienza che a giorni di distanza si inizia a sospettare quando si notano oscure e insospettate pendenze al camino da poco sistemato.

venerdì 4 gennaio 2013

Vorrei spezzare un'arancia

Quella di spezzare un'arancia in favore di qualcuno è un modo di dire che trae la sua origine dalla Sicilia medievale.
Gli storici sono oramai concordi sulla genesi di questo bizzarro modo di dire. I migliori cavallieri di Sicilia nelle loro gazzare per conquistare il cuore della bella di turno, si lanciavano in spettacolari duelli, a suon di gran galoppate e lance spezzate. Da fatti simili, nel resto d'Europa prese piede l'espressione di spezzare una lancia.
Ma in Sicilia un cavaliere particolarmente tenace rimase ad un punto del duello senza lance di scorta. Urlando a gran voce allo scudiero di passassargli seduta stante un'arma di scorta, questi non trovando di meglio prese mano ad una faretra di frecce ben lunghe ed appuntite. Ma purtroppo finirono ben presto anche le frecce da spezzare, e il cavaliere impenitente chiese nuovamente aiuto allo scudiero.
Lo scudiero non sapendo più che pesci pigliare si rivolse alla natura, ed essendo in Sicilia periodo di maturazione di arance, quale miglior munizione da scagliare in faccia all'avversario???
E così il nostro cavalliere spezzò una dopo l'altra centinaia di arance, inventando nel contempo anche la macedonia e la battaglia delle arance di Ivrea.

Vorrei spezzare una freccia

Quella di spezzare una freccia in favore di qualcuno è una tipica usanza medievale, periodo in cui notoriamente le frecce abbondavano e, a differenza di oggi, si vendevano anche bene.

Nel medioevo di frecce se ne vedevano effettivamente da tutte le parti, e tale era il loro numero che i prezzi erano proprio da saldo.

Tale fu la congiuntura economica che addirittura iniziarono ad essere più economiche delle candele votive, e su per giù intorno all'anno 1.000 si diffuse l'usanza di spezzare una freccia in favore di qualcuno, al posto di accendere il classico cero.  Certamente pochi erano così ricchi da spezzare una lancia in favore di amici e parenti.

I cavallieri e i gran signori, infischiandosene, continuarono invece a spezzar lance a destra e a manca.

giovedì 3 gennaio 2013

Stuzzica denti

Gli stuzzica denti, erroneamente confusi con i loro cugini in legno (gli stuzzicadenti), sono una famiglia variegata di beni commestibili o meno. Per essi il soggetto prova un istinto incontrollato, che si concretizza nel desiderio di poterli sgranocchiare.

Penne, matite, torroni...

A differenza degli stuzzicadenti veri e propri che tendono a curare certe problematiche dentarie, gli stuzzica denti hanno la tendenza a provocarle.

martedì 1 gennaio 2013

Di vino

Il di vino viene tirato in ballo nella lingua italiana per spiegare tutte le cose oramai irrimediabilmente compromesse.
"Hai macchiato la camicia bianca di vino" rappresenta uno stadio di colpevolezza appena inferiore a "La camicia bianca è macchiata con del rossetto, e non è il mio.... di chi é?".
Nella lingua parlata si generano facili fraintendimenti. Ad un orecchio non allenato potrebbe suonare simile:
-Hai un alito divino.
-Hai un alito di vino.
Ma la differenza è enorme se si ha un secondo fine.

Barcollare nel buio

Barcollare nel buoi è uno stato tipico del post risveglio.
Si concretizza nei primi istanti dopo il suono della sveglia in cui il normale cervello umano non è ancora in grado di capire dove si stia trovando. Uno stimolo istintivo spinge il soggetto ad abbandonare la stanza (per raggiungere un bagno al più presto) o a spostarsi in essa (nella ricerca disperata della sveglia non ancora spenta) ma senza ricordarsi di accendere la benchè minima luce.
Brancolando nel buio il malcapitato rischia costantemente urti violenti con angoli sporgenti, o di inciampare su qualsiasi cosa dimenticata a terra, dando l'impressione ad un ipotetico osservatore di barcollare nel buio.
Il bar-collamento nel buoio è frequente anche dopo una serata passata al bar, quando si configura un difficoltoso rientro a casa, e per non svegliare consorte o genitori, si tenta di compiere ogni operazione senza l'accensione di alcuna luce.